Seminario "Memoria: matematica, informatica, letteratura"

Speaker:
Giuseppe Longo (ENS Parigi), Teresa Numerico (Roma Tre), Francesco Fiorentino (Roma Tre)
evento esterno
Quando:
20/11/2013 - 10:00
Dove:
Sala “Ignazio Ambrogio” - via del Valco di S. Paolo 19, Università Roma Tre / Dipartimento di Lingue, letterature e culture straniere
Abstract

La memoria non è soltanto facoltà fondamentale per la costruzione della conoscenza e, dunque, per la riproduzione del vivente. E’ anche tante altre cose differenti: diversi sono i suoi significati, i suoi luoghi, i suoi media, le sue pratiche; diverse, quindi, sono le tecniche per studiare i modi in cui si manifesta e agisce nei vari ambiti del sapere, ma anche gli usi politici che se ne fanno. Ci appare allora cruciale lavorare per un’analisi critica delle interdipendenze tra le varie memorie, in particolare tra le memorie esterne e quelle soggettive, tra gli strumenti di archiviazione e le tecniche di costruzione del sé, tra la molteplicità dei contesti e la scoperta delle invarianze.
Ne discuteranno Giuseppe Longo, Teresa Numerico e Francesco Fiorentino.

Giuseppe Longo: “Memoria e costruzione del senso in matematica”
La matematica è una scienza degli invarianti e delle trasformazioni che preservano l’invariante. La memoria, in quanto componente essenziale dell’anticipazione, costituisce gli invarianti dell’azione. L’anticipazione estrae l’invariante della memoria da un contesto mutevole, avendo come obiettivo l’azione successiva. Un tale significato contestuale fonda le costruzioni concettuali della matematica non nell’isolamento rispetto ad altre forme di conoscenza, ma attribuendo alle prime una stabilità massima, pratica e storica. Il riconoscimento della invarianza delle strutture matematiche nella fluidità dei processi ha dunque un carattere mitopoietico. Mito e matematica risultano così associabili in quanto capaci di mettere in relazione il nostro stare nel mondo (fisico) e la nostra comunità umana di comunicazione.

Teresa Numerico: “Per una genealogia della memoria digitale”
Tra la memoria digitale e la memoria umana esiste una differenza enorme e una relazione complessa. Quella personale è associativa e ricostruttiva, immaginaria, sempre attiva e dinamica. Niente di più lontano dalla rigidità della memoria elettronica, che conserva ogni bit in una mappatura precisa e imperscrutabile. In fondo si tratta di due dispositivi che hanno in comune poco più che il nome. Il termine “memoria” ci appare allora come una intricata nuvola semantica che nel suo continuo riorganizzarsi retroagisce sulla nostra capacità di percepire e organizzare la nostra capacità di ricordare. Archivi pubblici e privati, tracce personali e collettive si attivano in un andirivieni di rimandi che trasforma la nostra relazione con noi stessi e con le nostre macchine della memoria.

Francesco Fiorentino: “Memorie della letteratura”
La scrittura - lamentava già il Fedro di Platone - comporta l’affievolirsi della memoria individuale, poiché ha bisogno del passaggio dalla singolarità alla tipicità. Eppure la scrittura ha prodotto al suo interno uno spazio in cui la singolarità si conserva dentro il tipico, in cui la mobilità della memoria individuale si conserva dentro la fissità del testo scritto trascendendola. Questo luogo è la letteratura. Già Platone formulava la sua critica alla scrittura in un testo scritto, sfruttava la vocazione intertestuale del discorso letterario per superare la fissità degli hypomnemata e far funzionare il testo come stimolo di un’esperienza anamnestica di lettura. La scrittura diventa un medium di rammemorazione singolare della singolarità. Ma è un discorso che può valore per ogni medium della memoria.

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